
Le Stiare
Le Custodi del Filo, del Sussurro e dell’Errore Umano
Nel Nord-Est, soprattutto tra Veneto e Friuli, il nome Stiare non è una parola: è un avvertimento sussurrato dietro le finestre chiuse.
Non sono spiriti, non sono dame dei boschi.
Sono donne vive, astute, abituate a muoversi nel confine tra ciò che accade davvero e ciò che la gente teme accada.
Le Stiare sono streghe del quotidiano.
Non si nascondono tra le ombre, ma tra le abitudini: chi le incontra le vede cucire, filare, sedere sulla soglia con lo sguardo fermo.
Eppure la tradizione dice che basti incrociare il loro filo, il loro passo o il loro sguardo
per ritrovarsi improvvisamente coinvolti in un errore, un inciampo, una deviazione del destino.
Non colpiscono “per cattiveria”: colpiscono quando vengono disturbate.
Sono la forma antica dell’ordine naturale: chi è distratto, arrogante o irrispettoso paga pegno.
Chi erano davvero?
La memoria popolare racconta di donne che conoscevano:
– il tempo delle erbe
– i punti del corpo dove passa il dolore
– la logica segreta degli animali
– la soglia tra malattia e sfortuna
Erano curatrici e disturbatrici allo stesso tempo.
Non si poteva capire da che parte stessero, perché la loro arte non era “buona” né “malvagia”: era efficace.
Si dice che sapessero “legare il passo” di chi faceva il prepotente, spostare l’esito di un litigio, intrecciare il filo delle decisioni altrui con la stessa calma con cui filavano la lana.
Una Stiara non minaccia: non ha bisogno.
Fa silenzio e basta quello a sistemare la situazione.
Il loro potere
Il potere delle Stiare è un potere domestico, nascosto nelle piccole cose:
- una treccia fatta male, un ago lasciato nel posto giusto,
- una parola pronunciata con un tono impercettibilmente sbagliato.
Sono maestre dell’errore sottile.
Non lanciano fuochi, non convocano spiriti.
Muovono il possibile e lo fanno con la precisione di chi conosce intimamente gli esseri umani.
Perché fanno così paura ancora oggi?
Perché rappresentano il tipo di magia più concreta che esista: quella che agisce nelle relazioni, nei dettagli, nella psicologia quotidiana.
La Stiara sa dove guardi, cosa eviti, cosa temi e basta che tocchi un punto, un solo punto, per farti cambiare direzione.
Per questo, nel folklore, non si doveva mai mancare loro di rispetto: non perché fossero cattive, ma perché vedevano tutto.


