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✦ Nota di Magia e Consapevolezza ✦

Incanteria offre percorsi e rituali di natura spirituale, simbolica e magica. Nessun contenuto sostituisce cure mediche o professionali.
Ogni pratica è un atto di fede e di volontà: la Magia non promette, accompagna. Operiamo nel rispetto dell’etica, della libertà e del cammino di chi sceglie di credere.

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La saggezza del rilascio

14-10-2025 10:33

INCANTERIA

Il sentiero della Strega,

La saggezza del rilascio

La saggezza del rilascio C’è un momento, nella casa del cuore, in cui la mano smette di stringere. Il suono è lieve, quasi un fruscio di seta: ciò che

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La saggezza del rilascio

 

C’è un momento, nella casa del cuore, in cui la mano smette di stringere. Il suono è lieve, quasi un fruscio di seta: ciò che trattenevi scivola via come luce nel buio, come nebbia al primo soffio del mattino. Il rilascio non è resa, è un atto d’arte. Una scelta che affila lo sguardo e pulisce il respiro. In quel gesto antico la strega riconosce il ritmo della Terra: presa e offerta, semina e raccolto, pienezza e ritorno. Lasciare andare è riportare il mondo alla sua misura.

 

Il patto del lasciare

Ogni rilascio è un patto con la realtà. Non si taglia ciò che non è stato prima guardato con onestà, come si fa con un nodo di corda: si segue il giro del filo, si sente la tensione, si trova il punto dove la pressione cede. Così la magia diventa etica del discernimento. Nomina ciò che pesa, non per maledirlo ma per restituirgli il suo posto. Nel fare questo, il corpo si accorge che l’aria entra più profonda; allora un soffio lento accompagna la parola: “Ora basta”. Le finestre si aprono, una ciotola d’acqua accoglie il sale che scioglie, le spalle scendono un poco. Il rito è già cominciato.

 

La memoria del filo reciso

Nelle case contadine si diceva che alcuni fili andassero bruciati alla soglia, perché il filo porta memoria. Il mondo popolare conosceva il potere del taglio: forbici protette da un panno, fiamma breve, cenere alla terra. Non per distruggere, ma per chiudere. Il gesto era semplice, domestico, quasi invisibile: una treccia di spago tenuta al fumo del camino, poi interrata vicino a una pietra. La pietra custodiva, la terra metabolizzava. Così lavoriamo ancora: prendiamo un nastro, ci parliamo sopra con voce calma, consegniamo al nodo ciò che non serve; quando il cuore dice “adesso”, il nodo si recide e il nastro ritorna elemento. Il rilascio è un atto di restituzione: ciò che abbiamo finito di abitare torna al ciclo più grande.

 

L’acqua che restituisce

L’acqua non trattiene. Avvolge e accompagna. Quando lasciamo andare, chiediamo all’acqua di insegnarci il suo mestiere: dissolvere senza ferire. Un catino chiaro, una presa di sale, qualche foglia che conosce la via del congedo — alloro per sigillare, rosmarino per pulire, un poco di limone per dire “è concluso”. Le mani scorrono nell’acqua e, mentre scorrono, la mente depone le forme dure. Alla fine si versa lentamente nel lavello o all’aperto, in silenzio, con un piccolo inchino. L’acqua porta via e non ruberà nulla: restituisce al fiume ciò che non era più nostro da tempo.

 

Respiro e cenere

Il respiro è una soglia che si muove. Espirare è la grammatica segreta del lasciare. Nella stanza in penombra, una candela lavora con noi: la fiamma asciuga ciò che è umido di attaccamento, la cera raccoglie in sé la storia, il fumo ne scrive l’epilogo. Quando la candela termina, la minuzia di cenere si raffredda in un cucchiaino. Un soffio la affida al vento dalla finestra. Il soffio non bestemmia il passato, gli dice grazie e gli indica la strada. Nel petto resta un vuoto buono, con pareti pulite. È lo spazio dove potrà tornare il canto.

 

La soglia del corpo

A volte non sono le idee a trattenere, ma i muscoli. Il rilascio allora è tattile: palmi sul diaframma, ginocchia morbide, mandibola disarmata. La mente elenca, il corpo risponde: ogni espirazione tesse un metro di libertà. È un rito che si fa camminando, passando davvero sulla soglia: tre passi lenti, il primo per dire “vedo”, il secondo per dire “accetto”, il terzo per dire “lascio”. La porta rimane semiaperta e nella fessura si intravede la sera che nasce. Il corpo sa quando è finita: si scalda il basso ventre, la nuca si allunga, gli occhi brillano più scuri. Anche questo è magia: anatomia della scelta.

 

Il tempo lunare del congedo

C’è un calendario che non ha numeri: è la pelle della Luna. Nella gibbosa calante prende voce l’inventario, nella falce calante si compie il taglio, nel buio del Novilunio si sigilla. Non sono ore per i trionfi, ma per le chiusure gentili. Si scrive su un foglio ciò che si lascia, con parole sobrie; si piega tre volte, sempre verso di sé, per riconoscere che il gesto ci riguarda; poi si brucia in sicurezza o si interra lontano dalle radici vive. Le braci raccontano alla notte che siamo pronti a essere più leggeri. Il Novilunio custodisce la promessa: da ciò che abbiamo lasciato nascerà spazio.

 

Esempio concreto: la paura della mancanza

Immagina di temere che, lasciando una relazione, mancherà il calore. Il timore è onesto e merita ascolto. Prepari un piattino con un po’ di riso crudo — simbolo di nutrimento — e una candela corta. Parli al riso della tua paura, perché il riso sa di case e di famiglie; accendi la candela e, mentre brucia, metti una coperta sulle spalle. Non chiedi un nuovo amore, chiedi di fidarti del calore che sai generare. Quando la candela finisce, il riso torna alla terra, forse in un vaso. Non hai forzato il futuro, hai dato un nome al vuoto e gli hai insegnato a non mordere.

 

 

Lasciare andare è un’arte di riposizionamento. Non si cancella ciò che è stato: lo si mette dove può riposare senza far male. La casa interiore allora si fa ordinata, profuma di pulito e di pane, e il silenzio non spaventa più. In questo silenzio i Tarocchi sono una bussola discreta: una lama che appare sul tavolo — forse la Morte che apre passaggi, forse il Sei di Spade che traghetta — non decide per noi, ma illumina il corridoio, mostrandoci quale porta chiede di chiudersi e quale finestra attende respiro. E una carta sa sempre dove inizia il nodo.

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