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✦ Nota di Magia e Consapevolezza ✦

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Maleventum

14-11-2025 12:15

INCANTERIA

Il sentiero della Strega,

Maleventum

MaleventumLa città delle ombre e delle stregheC’è una parola che, nel tempo, è diventata più di un nome: Maleventum.Antico, latino, pesante di superst

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Maleventum

La città delle ombre e delle streghe

C’è una parola che, nel tempo, è diventata più di un nome: Maleventum.
Antico, latino, pesante di superstizione e mistero.
Era così che i Romani chiamavano la città che oggi conosciamo come Benevento — crocevia di culti, leggende e magie, luogo dove il vento sembra portare ancora voci di riti dimenticati.

Benevento non è soltanto una città. È un simbolo.
È il punto in cui la storia e il mito si sono fusi, dando vita alla leggenda delle streghe che danzano sotto il noce, illuminate da una luna che nessuno osa guardare troppo a lungo.

 

Dove tutto cominciò

Il nome Maleventum risale all’epoca romana.
Le sue origini erano probabilmente beneaugurali, ma il suono della parola — duro, sinistro — la rese terreno fertile per nuove paure.
Quando i Longobardi conquistarono la città nel VI secolo, portarono con sé riti pagani, culti antichi e simboli che mal si conciliavano con la morale cristiana.
E fu lì, tra tradizioni nordiche e superstizioni contadine, che nacque la leggenda del Noce di Benevento.

Si diceva che, nelle notti di luna piena, le streghe di tutta Italia si radunassero sotto un grande albero sacro per celebrare riti di potere e di unione con gli spiriti.
Danzavano, cantavano, preparavano unguenti e si univano al volo notturno, cavalcando il vento.
Non era malvagità — era libertà.
Ma agli occhi del potere ecclesiastico, quella libertà aveva un solo nome: eresia.

 

Il Noce e il Mito

Il noce divenne il fulcro di ogni leggenda.
Non un albero qualsiasi, ma un portale.
Le sue radici affondavano nella terra e nel mondo dei morti, mentre i suoi rami toccavano il cielo — ponte tra spiriti e umani, simbolo di passaggio e trasformazione.

Per la Chiesa, quel culto era diabolico: le donne che vi prendevano parte furono chiamate malefiche, accusate di volare con il demonio e di compiere atti sacrileghi.
Per la gente, erano semplicemente guaritrici, donne che conoscevano il linguaggio delle erbe, della luna e dei sogni.

Così il mito si alimentò: più si cercava di cancellarlo, più cresceva.
Il Noce di Benevento divenne il cuore nero della leggenda — e il simbolo della paura mascherata da fede.

 

La persecuzione

Nel Medioevo, quando l’Inquisizione prese forza, il nome Maleventum tornò a farsi sentire come maledizione.
I processi per stregoneria colpirono soprattutto le donne del Sud: levatrici, erboriste, indovine.
Si raccontava che avessero stretto patti con il diavolo e che la loro forza provenisse dal Noce stesso.
Ma la verità era più semplice: conoscevano ciò che la Chiesa temeva — il potere della conoscenza, il corpo, la natura, la ciclicità.

Tra il 1270 e il 1600, decine di donne furono accusate e arse come streghe di Benevento.
Eppure, nessun rogo cancellò la leggenda: anzi, la rese eterna.

 

Il simbolismo occulto di Maleventum

Oggi, chi parla di Maleventum non parla di un luogo maledetto, ma di un simbolo di resistenza.
Il noce, nella tradizione esoterica, è l’albero del confine — quello che unisce mondi opposti e custodisce il segreto della trasformazione.
Sotto le sue fronde, le streghe non adoravano il male: celebravano la libertà di conoscersi e scegliere.

Il nome “Maleventum”, che i Romani cambiarono in “Beneventum” per scaramanzia, continua a ricordarci che la luce e l’ombra sono la stessa sostanza, viste da due lati diversi.
Ciò che un tempo fu chiamato male era, in realtà, potere.
Potere di curare, di sapere, di decidere.
Ed è questo potere che la leggenda ha tramandato a chi ancora oggi cammina con consapevolezza sul confine tra il visibile e l’invisibile.

 

Maleventum oggi

A Benevento, la leggenda vive ancora.
Tra vicoli, simboli e racconti popolari, la memoria delle streghe è diventata parte dell’identità del luogo.
Ogni anno, rievocazioni, riti e storie riportano alla luce ciò che la paura aveva tentato di seppellire.

Ma per chi conosce la stregoneria vera, Maleventum non è solo una città:
è un archetipo, una soglia.
Il luogo interiore in cui ogni strega impara che la libertà ha sempre un prezzo,
e che ogni ombra porta in sé la scintilla della conoscenza.

 

 

Maleventum è il nome di ciò che il mondo non ha mai smesso di temere:
la donna che conosce, l’uomo che ascolta, la mente che non si inginocchia.

Il vento che un tempo soffiava tra le fronde del Noce soffia ancora —
tra le pagine, tra le parole, nei riti che si compiono in silenzio.

Finché qualcuno accenderà una candela in nome della verità,
il mito di Maleventum non morirà mai.
Perché non è solo un luogo:
è una ferita che parla,
una radice che resiste,
una fiamma che non si lascia spegnere.

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