
La Mensa delle Radici
Rito domestico di memoria, gratitudine e confine nel tempo dei Morti
Intento
Onorare gli antenati con sobrietà e misura, scegliendo consapevolmente cosa ereditare e cosa congedare. È un rito di continuità per i vivi.
Materiali
1 candela avorio o blu notte (lume di continuità).
1 ciotola d’acqua.
Un pizzico di sale grosso su piattino separato (solo perimetro; mai su pietre/carta/cibo).
Pane semplice (o biscotto secco/castagna) e un panno per coprirlo.
Foglio e penna (nomi, eredità, congedi).
1 piccolo ferro (chiave/chiodo pulito) da tenere vicino alla soglia.
Panno scuro per coprire il quaderno o la mensa quando non in uso.
(Secondo la tua pratica, la candela si lascia bruciare fino alla fine; se devi interrompere, usa spegni-candela o pizzica lo stoppino.)
Preparazione (10–15 minuti)
Arieggia. Libera il tavolo e la soglia. Telefoni in silenzioso. Pulisci la maniglia con panno umido (poi risciacqua). Disponi i materiali in alto e in sicurezza.
Formula d’intento (chiara, presente)
“Io onoro chi mi ha preceduta. Scelgo ciò che nutre, congedo ciò che pesa, cammino con misura.”
Procedura (20 minuti)
1) Accendere e delimitare
Accendi la candela. Tre respiri 4-4-6.
Poni il piattino di sale accanto al lume: è il confine della mensa.
Con due dita inumidite nell’acqua, traccia un archetto sul lato interno della porta:
“Qui è casa, qui è pace.”
2) Nominare e ringraziare
Scrivi fino a tre nomi (o “alla mia linea” se i nomi non sono disponibili).
Sotto ogni nome, una qualità ricevuta e un peso da congedare.
Piega il foglio verso di te tre volte e appoggialo accanto alla candela.
3) Mensa simbolica
Poni un piccolo boccone di pane vicino al lume e coprilo col panno: ospitalità sobria, non invocazione.
Sussurra:
“Vi ricordo nel bene. Tengo ciò che nutre, lascio andare ciò che pesa.”
4) Silenzio e ascolto
Resta in silenzio 5–7 minuti. Osserva il respiro, la fiamma, i suoni della casa.
Gesto della serratura: labbra → plesso, rotazione in senso orario.
Poni il ferro vicino alla porta (in alto, non in vista). La candela procede in sicurezza.
Cura (3 sere: tra 31 ottobre e 2 novembre, oppure quando vuoi)
Stessa ora ogni sera.
Riapri il foglio, aggiungi una riga: un grazie concreto o un congedo specifico.
Copri di nuovo il pane; mantieni la casa in misura (tre oggetti in uscita, stoviglie lavate).
Nessuna invocazione: solo memoria e confine.
Scelta dell’eredità (sera finale)
Riapri il foglio e, per ogni nome, scegli un’eredità da portare nella vita (es. “perizia”, “gentilezza”, “tenacia”) con un gesto pratico da ripetere 7 giorni (es. 15 min di cura del laboratorio, una telefonata di gentilezza, ordine serale della soglia).
Scrivi anche un congedo definitivo (una frase). Piega e sigilla con una goccia di cera (se vuoi).
Rilascio e smaltimento
Pane: consumalo con gratitudine oppure restituiscilo alla terra.
Foglio: brucialo in recipiente ignifugo oppure spezzettalo e immergilo nell’acqua finché l’inchiostro si sfuma.
L’acqua alla terra o nello scarico con un grazie.
Sale sciolto e smaltito come sopra; cera in piccole scaglie nel secco.
Il ferro resta alla soglia fino al 2 novembre, poi si ripone in alto.
Segni di buona memoria
Ricordi che scaldano invece di graffiare, sonno più compatto, conversazioni familiari più misurate, decisioni guidate da una qualità “ereditata” (ti accorgi che la usi davvero).
Varianti etiche e pratiche
Case condivise: segni micro (archetto d’acqua sul polso; lume in luogo alto).
Senza nomi/foto: usa parole-ponte (“alla mia linea di mani pazienti”) e un solo gesto quotidiano.
Con bambini: ciascuno dice “una cosa bella che teniamo di…”; disegno piegato sotto il panno.
Cosa evitare
Invocazioni generiche, promesse ai defunti, spettacolarizzazioni, fumo eccessivo, candele incustodite. Lavoro sul tuo lato del legame: gratitudine, selezione, confine.
Il culto degli antenati è strada: la accendi con una luce, la misuri con una soglia, la percorri con un gesto quotidiano.
Così il passato non pesa: accompagna.


